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Fumo: meccanismi di abuso e come smettere

È risaputo come il fumo sia uno dei principali fattori di rischio per innumerevoli patologie negli individui sani; ad esso vengono attribuite il 48% delle patologie oncologiche, il 25% delle patologie cardiache e il 17% delle patologie respiratorie, causando 80000 morti ogni anno in Italia [1]; ancora più dannoso può diventare per coloro che soffrono di problemi cardiaci. Questo perché il fumo incide in maniera determinante sull'aterosclerosi.
I fumatori conoscono i molti rischi a cui vanno incontro con il loro "vizio", eppure questo non basta a dissuaderli da fumare. Questo è dovuto alla dipendenza verso una delle sostanze presenti nelle sigarette, ovvero la nicotina.



Tra le oltre 4000 sostanze chimiche presenti nel fumo dei prodotti da tabacco, la nicotina rappresenta il principale componente ad avere azione sul sistema nervoso centrale. Essa è una delle sostanze più comunemente abusata nel mondo. Il contenuto medio di nicotina per sigaretta è di circa 10 mg, dei quali solo 1-2 mg vengono assorbiti con l'inalazione del fumo. Quando una persona fuma, la nicotina viene rapidamente assorbita a livello dei polmoni e, passata in circolo, raggiunge il cervello nel giro di 7-10 secondi. Nel sistema nervoso centrale la nicotina si lega ai recettori nicotinici colinergici e interferisce sulla funzione di molti sistemi neurotrasmettitoriali quali dopaminergico, noradrenergico, serotoninergico, glutammatergico, GABAergico e persino quello oppioide. Gli effetti gratificanti della nicotina sono dovuti principalmente alla stimolazione dei neuroni mesolimbici dopaminergici, parte fondamentale delle vie di gratificazione. Questa sostanza può agire sia come stimolante che come sedativa. L'effetto immediato dopo l'assunzione è fortemente stimolante, a causa della stimolazione del surrene e della liberazione di adrenalina, che causa liberazione di glucosio, aumento della pressione e della frequenza cardiaca. Viene anche soppressa la liberazione di insulina da parte del pancreas. La nicotina può anche avere effetti sedativi e questo dipende dallo stato emotivo del fumatore e dalla dose assunta. La cessazione del fumo da parte di un individuo dipendente è seguita da una sindrome astinenziale che può durare un mese o più. I sintomi, che si possono presentare già dopo alcune ore di astinenza, sono uno stato di irritabilità, deficit di attenzione, disturbi del sonno, aumento di appetito. La massima intensità dei sintomi si raggiunge nei primi giorni, ma questi possono perdurare per settimane o addirittura per mesi. La componente più importante della sindrome di astinenza è il craving, il desiderio irrefrenabile della sigaretta, che è il maggiore ostacolo nel percorso di cessazione del fumo. Vi sono inoltre molti stimoli contestuali che aggravano i sintomi astinenziali, ad esempio l'odore del fumo, i rituali del maneggiare il pacchetto e accendere la sigaretta. Tutti questi stimoli vengono associati agli effetti piacevoli del fumo e possono esacerbare l'astinenza e il craving.


Cosa possono fare allora le persone affette da dipendenza verso la nicotina a liberarsi delle sigarette? Esistono due differenti approcci terapeutici nel trattamento del tabagismo: psicosociale e farmacologico. L’efficacia dell’intervento psicosociale è stata ampiamente descritta in letteratura; l’intervento può avere come focus principale la cessazione del fumo (intervento specifico) oppure può essere integrato in un programma che mira a ridurre anche altri fattori di rischio quali obesità e inattività fisica (intervento multirischio). Si possono inoltre individuare differenti categorie quali terapia comportamentale, basata sulla teoria dell’apprendimento, supporto telefonico, auto-aiuto, che fornisce informazioni su come cessare di fumare in autonomia. Queste tre strategie di intervento vengono spesso utilizzate in modo combinato. Vengono utilizzati counselling e supporto motivazionale con o senza fornitura di materiale didattico scritto sulle strategie per la cessazione del fumo.  I dati dimostrano come il minimo intervento autorevole del medico o del farmacista che consigliano il paziente alla cessazione del fumo possa essere efficace nel 2-5% dei casi, arrivando al 36% in pazienti presentanti cardiopatia.
Per quanto riguarda l'approccio farmacologico esistono attualmente tre tipi di terapia farmacologica per la dipendenza da nicotina approvati ufficialmente dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La prima è una terapia sostitutiva con la stessa nicotina, che può essere assunta tramite gomme da masticare, cerotti trasdermici, spray nasali e inalatori, compresse sublinguali. Questo tipo di terapia permette di alleviare i sintomi di astinenza, inoltre queste formulazioni hanno un basso potenziale d'abuso in quanto non provocano gli effetti gratificanti del tabacco. La seconda terapia approvata ufficialmente è rappresentata dall'utilizzo del bupropione, un antidepressivo atipico. La controindicazione principale all'utilizzo di questo farmaco è una precedente storia di convulsioni, mentre le reazioni avverse sono emicrania, agitazione, secchezza delle fauci, insonnia e problemi gastrointestinali. Gli studi clinici hanno individuato come dose ottimale 300 mg al giorno. Un fattore negativo di questa terapia è rappresentato dall'alto costo. La terza terapia è rappresentata dalla vareniclina, agonista parziale del recettore per l'acetilcolina. Essa è presente in commercio sotto forma di compresse da 0,5 e 1 mg. Il dosaggio standard è di 1 mg due volte al giorno per 12 settimane. Gli effetti avversi di questo farmaco sono nausea, vomito, cefalea, flatulenza, insonnia, alterazioni dei sogni e cambiamenti nella percezione del gusto. In caso di fallimento delle tre terapie farmacologiche principali, possono essere utilizzati farmaci di seconda linea, come la clonidina e la nortriptilina.

Tabella terapia farmacologica [1]

Bibliografia:

1.   Linee guida cliniche per promuovere la cessazione dell’abitudine al fumo. 2008.
Sistema Sanitario Nazionale (ISS).          Link:http://www.iss.it/binary/ofad/cont/linee%20guida%20brevi%202008%20vito.1211804528.pdf

2: Rossi F, Cuomo V, Riccardi C. Farmacologia- Principi di base e applicazioni terapeutiche.
Seconda edizione. Torino. Edizioni Minerva Medica; 2013: 430,1008


Avvertenza: Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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