"Tempi difficili creano uomini forti, uomini forti creano tempi facili. Tempi facili creano uomini deboli, uomini deboli creano tempi difficili."
Questo aforisma sembra proprio riflettere la situazione attuale. Sembra, infatti, con qualche eccezione, che gli Stati sconfitti e usciti distrutti dal secondo conflitto mondiale siano riusciti ad affrontare molto meglio l'emergenza Covid rispetto ai vincitori. Questo si può notare andando a vedere i dati sulla pandemia confrontando la Germania e il Giappone (ma anche per l'Austria vale lo stesso discorso) con USA, UK, Francia e Italia.
Secondo il Deep Knowledge Group (https://www.dkv.global/covid), consorzio che ha analizzato l'approccio delle varie nazioni alla pandemia stilando una classifica per le migliori e per le peggiori, la Germania si posiziona seconda in classifica, praticamente prima ex aequo con Israele, mentre il Giappone al quinto posto (Covid-19 Regional Safety Assessment). Discorso inverso, invece, per Italia, USA, UK e Francia, che si posizionano nei primi 5 posti della classifica delle nazioni più rischiose (Covid-19 Risk Ranking).
Il sito ourworldindata.org (https://ourworldindata.org/) conferma il lavoro del Deep Knowledge Group, la differenza del tasso di mortalità tra gli stati presi in considerazione è evidente:
Al 2 Giugno, il tasso di mortalità da Covid per milione di abitanti raggiunge valori intorno a 550 per Italia e UK, 440 per la Francia e 310 per gli USA, Mentre per la Germania è molto più basso (intorno a 100 morti per milione di abitanti). Il Giappone, addirittura, ha un tasso di mortalità di 7 ogni milione di abitanti, similmente agli altri paesi asiatici, molto più preparati degli occidentali nel fronteggiare le pandemie.
Questi risultati riflettono la maggior Preparedness dei paesi asiatici e oceanici (Anche Australia e Nuova Zelanda hanno gestito molto bene la pandemia) rispetto a quelli dell'Europa e del mondo occidentale. Fortunatamente anche in Europa ci sono nazioni che hanno gestito ottimamente l'emergenza, Germania, Svizzera e Austria in primis.
Il successo Tedesco in Europa è da ricercare nella altissima Readiness (Prontezza) del sistema sanitario, come mostrato dall'istogramma seguente, tratto dal Covid Regional Safety Assessment del Deep Knowledge Group:
Germania e Giappone sono dunque, le nazioni più pronte ad affrontare l'emergenza Covid, dal momento che hanno a disposizione una quantità enorme di ventilatori, ad oggi l'unico mezzo in grado di garantire una terapia efficace per i malati. Questa è la classifica complessiva per la Healthcare Readiness:
Si nota che le migliori gestioni del Covid si sono sviluppate negli stati che, prima della pandemia, si erano attrezzati costruendo sistemi sanitari estremamente avanzati.
E per gli stati colti colpevolmente impreparati? A loro non è rimasta altra arma che la politica del Lockdown rigido, nel tentativo disperato di riuscire a limitare la richiesta di ICU (unità di terapia intensiva). E' ormai sotto gli occhi di tutti che le nazioni attrezzate non hanno avuto bisogno di limitare duramente le libertà individuali dei cittadini, causando grossi problemi economici e sociali, per controllare la pandemia. Questo si può notare dal government stringency index (https://ourworldindata.org/policy-responses-covid):
Il grafico mostra l'andamento di un indice che nel suo insieme comprende 9 parametri come chiusura di scuole e luoghi di lavoro, divieto di spostamenti, etc.. Il 17 aprile è stato il giorno il cui l'indice ha raggiunto il picco in tutte e 4 le nazioni prese in considerazione. Come si può notare, le dure misure messe in campo in Italia hanno fatto schizzare l'indice a un punteggio di 93,5 su un massimo di 100.
Si nota anche che gli stati con mortalità minore, cioè Germania e Giappone, hanno sempre mantenuto tale indice a un livello inferiore rispetto agli altri, contenendo di conseguenza i danni a livello sociale ed economico.
Questi stati devono essere presi come modelli per affrontare con successo eventuali seconde ondate di contagio da SARS-CoV2. Appare evidente che il Lockdown rigido, da solo, non può più essere una risposta, perché i suoi benefici non sono chiari, inoltre provoca grossi danni a livello sociale ed economico.
Questo aforisma sembra proprio riflettere la situazione attuale. Sembra, infatti, con qualche eccezione, che gli Stati sconfitti e usciti distrutti dal secondo conflitto mondiale siano riusciti ad affrontare molto meglio l'emergenza Covid rispetto ai vincitori. Questo si può notare andando a vedere i dati sulla pandemia confrontando la Germania e il Giappone (ma anche per l'Austria vale lo stesso discorso) con USA, UK, Francia e Italia.
Secondo il Deep Knowledge Group (https://www.dkv.global/covid), consorzio che ha analizzato l'approccio delle varie nazioni alla pandemia stilando una classifica per le migliori e per le peggiori, la Germania si posiziona seconda in classifica, praticamente prima ex aequo con Israele, mentre il Giappone al quinto posto (Covid-19 Regional Safety Assessment). Discorso inverso, invece, per Italia, USA, UK e Francia, che si posizionano nei primi 5 posti della classifica delle nazioni più rischiose (Covid-19 Risk Ranking).
Il sito ourworldindata.org (https://ourworldindata.org/) conferma il lavoro del Deep Knowledge Group, la differenza del tasso di mortalità tra gli stati presi in considerazione è evidente:
Al 2 Giugno, il tasso di mortalità da Covid per milione di abitanti raggiunge valori intorno a 550 per Italia e UK, 440 per la Francia e 310 per gli USA, Mentre per la Germania è molto più basso (intorno a 100 morti per milione di abitanti). Il Giappone, addirittura, ha un tasso di mortalità di 7 ogni milione di abitanti, similmente agli altri paesi asiatici, molto più preparati degli occidentali nel fronteggiare le pandemie.
Questi risultati riflettono la maggior Preparedness dei paesi asiatici e oceanici (Anche Australia e Nuova Zelanda hanno gestito molto bene la pandemia) rispetto a quelli dell'Europa e del mondo occidentale. Fortunatamente anche in Europa ci sono nazioni che hanno gestito ottimamente l'emergenza, Germania, Svizzera e Austria in primis.
Il successo Tedesco in Europa è da ricercare nella altissima Readiness (Prontezza) del sistema sanitario, come mostrato dall'istogramma seguente, tratto dal Covid Regional Safety Assessment del Deep Knowledge Group:
Germania e Giappone sono dunque, le nazioni più pronte ad affrontare l'emergenza Covid, dal momento che hanno a disposizione una quantità enorme di ventilatori, ad oggi l'unico mezzo in grado di garantire una terapia efficace per i malati. Questa è la classifica complessiva per la Healthcare Readiness:
Si nota che le migliori gestioni del Covid si sono sviluppate negli stati che, prima della pandemia, si erano attrezzati costruendo sistemi sanitari estremamente avanzati.
E per gli stati colti colpevolmente impreparati? A loro non è rimasta altra arma che la politica del Lockdown rigido, nel tentativo disperato di riuscire a limitare la richiesta di ICU (unità di terapia intensiva). E' ormai sotto gli occhi di tutti che le nazioni attrezzate non hanno avuto bisogno di limitare duramente le libertà individuali dei cittadini, causando grossi problemi economici e sociali, per controllare la pandemia. Questo si può notare dal government stringency index (https://ourworldindata.org/policy-responses-covid):
Il grafico mostra l'andamento di un indice che nel suo insieme comprende 9 parametri come chiusura di scuole e luoghi di lavoro, divieto di spostamenti, etc.. Il 17 aprile è stato il giorno il cui l'indice ha raggiunto il picco in tutte e 4 le nazioni prese in considerazione. Come si può notare, le dure misure messe in campo in Italia hanno fatto schizzare l'indice a un punteggio di 93,5 su un massimo di 100.
Si nota anche che gli stati con mortalità minore, cioè Germania e Giappone, hanno sempre mantenuto tale indice a un livello inferiore rispetto agli altri, contenendo di conseguenza i danni a livello sociale ed economico.
Questi stati devono essere presi come modelli per affrontare con successo eventuali seconde ondate di contagio da SARS-CoV2. Appare evidente che il Lockdown rigido, da solo, non può più essere una risposta, perché i suoi benefici non sono chiari, inoltre provoca grossi danni a livello sociale ed economico.
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